lunedì 8 ottobre 2012

La miglior vita secondo Murakami

E una persona senza cuore è semplicemente un'illusione che cammina.

Intraprendere un lungo viaggio nei meandri più oscuri del nostro subconscio per affrontare ciò che ci tormenta. In La fine del mondo e il paese delle meraviglie (Einaudi 2008), Murakami Haruki se lo raffigura come il mondo sotterraneo di una metropoli futurista senz’anima. Le viscere di Tokyo sono un luogo sordido e dedalico dove risiedono gli Invisibili, creature maligne che si nutrono catturando esseri umani sui binari della metropolitana e che costituiscono la trasposizione delle paure e dei dolori che ci portiamo dentro. Il protagonista vi si addentra nel buio più completo. Sale e scende gradini, si arrampica su funi, si incunea tra stretti passaggi, nuota. Un itinerario costellato di trappole pericolosissime, dove la sua vita è a ogni passo appesa a un filo.
E poi c’è il mondo parallelo: una città protetta da alte mura che cambiano forma come se fossero un organismo vivente, permettendo tutto per mantenere la perfezione. All’entrata del cancello c’è il Guardiano che concede al viaggiatore di entrare a un’unica condizione: rinunciare alla propria ombra. L’ombra viene staccata dal suolo con un coltello, destinandola a breve alla morte per essere poi sepolta nel cimitero, posto fuori della cinta muraria nel bosco di meli. La conseguenza per aver lasciato morire la propria ombra è la perdita del cuore. Non si potrà provare più alcun sentimento o emozione a favore della serenità eterna e dell’assenza di dolore.
Al viaggiatore, il Guardiano dà l’incarico di Lettore di sogni. Si tratti di frammenti di vecchi sogni contenuti nei crani degli unicorni, animali fantastici che muoiono per il peso delle numerose identità umane assorbite.
Due mondi e due protagonisti? La trama è ben più complessa.
La fine del mondo e il paese delle meraviglie è un libro che ci riporta alle domande di sempre. Perché soffrire e poi morire? Non sarebbe meglio un mondo perfetto senza problemi che ci permettesse di vivere in eterno? Forse vi sorprenderete nel rispondervi a fine lettura.

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