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03 11 12 La violenza sulle donne in Italia vista dall'ONU


Violenza nei confronti delle donne

26. Il Comitato accoglie con favore l’adozione della Legge n.11/2009, che ha introdotto il reato di stalking e la detenzione obbligatoria per gli atti di violenza sessuale, il Piano di Azione Nazionale per Combattere la Violenza nei confronti delle donne e lo Stalking, cosi’ come la prima ricerca completa sulla violenza fisica, sessuale e psicologica nei confronti delle donne, sviluppata dall’ISTAT. Tuttavia il Comitato rimane preoccupato per l’elevata prevalenza della violenza nei confronti di donne e bambine nonché per il persistere di attitudini socio-culturali che condonano la violenza domestica, oltre ad essere preoccupato per la mancanza di dati sulla violenza contro le donne e bambine migranti, Rom e Sinte. Il Comitato è inoltre preoccupato per l’elevato numero di donne uccise dai propri partner o ex-partner (femminicidi), che possono indicare il fallimento delle Autorità dello Stato-membro nel proteggere adeguatamente le donne, vittime dei loro partner o ex-partner.

27. In linea con la raccomandazione generale n. 19 sulla violenza nei confronti delle donne e con i pareri adottati dal Comitato ai sensi del Protocollo Opzionale, il Comitato sollecita lo Stato-membro a:

(a) dare prioritaria attenzione all’adozione di misure onnicomprensive per affrontare la violenza nei confronti delle donne in famiglia e nella società, rispondendo anche ai bisogni specifici delle donne rese vulnerabili da particolari circostanze, quali le donne Rom e Sinte, le migranti, le anziane e le donne con disabilità;

(b) assicurare che le donne vittime di violenza abbiano immediata protezione, compreso l’allontanamento dell’aggressore dall’abitazione, la garanzia che possano stare in rifugi sicuri e ben finanziati su tutto il territorio nazionale; che possano avere accesso al gratuito patrocinio, alla assistenza psico-sociale e ad un’adeguata riparazione, incluso il risarcimento;

(c) assicurare che i pubblici ufficiali, specialmente i funzionari delle Forze dell’ordine ed i professionisti del settore giudiziario, medico, sociale e scolastico sistematico ricevano una sensibilizzazione sistematica e completa su tutte le forme di violenza nei confronti delle donne e delle bambine;

(d) migliorare il sistema per un’appropriata raccolta dei dati relativi ad ogni forma di violenza nei confronti delle donne, compresi dati relativi alla violenza domestica, alle misure di protezione, alle azioni penali ed alle sentenze di condanna, e condurre indagini appropriate al fine di valutare la prevalenza della violenza subita dalle donne appartenenti a categorie svantaggiate, quali le donne Rom e Sinte, le migranti, le anziane e le disabili;

(e) predisporre ulteriormente, in collaborazione con un’ampia gamma di attori, comprese le organizzazioni femminili e le altre organizzazioni della società civile, delle campagne di sensibilizzazione attraverso i media e delle campagne di educazione pubblica, affinché la violenza nei confronti delle donne venga considerata socialmente inaccettabile, e divulgare informazioni al pubblico sulle misure esistenti al fine di prevenire gli atti di violenza nei confronti delle donne;

(f) ratificare prontamente la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla Prevenzione e la Lotta alla Violenza nei confronti delle donne e sulla Violenza Domestica.

 

Da Osservazioni conclusive del Comitato per l’Eliminazione della Discriminazione nei confronti delle Donne (CEDAW/C/ITA/CO/6, 26 LUGLIO 2011, Traduzione dall’originale in lingua inglese ONU - Comitato per l’Eliminazione delle Discriminazioni nei confronti delle Donne Quarantonovesima sessione, 11-29 luglio 2011)

 
http://www.pangeaonlus.org/download/progetti/advocacy/cedaw/Raccomandazioni_CEDAW_2011.pdf
 



12 10 12 La dignità degli invisibili


Sicuramente non sarei mai riuscito ad essere disonesto per tanto tempo come hanno fatto i nostri funzionari regionale e comunali che sono riusciti a fare mambassa di tutto ciò che era possibile, no sarei stato preso prima; avrei pagato allo stesso modo se  avessi rubato per dare da mangiare a mia figlia ; no, sicuramente no sarei stato sbattuto in galera in tempi brevi. Vorrei far fare la vita lavorativa che faccio io a questi signori, farli alzare alle 5:30 di mattina, fargli fare 200 chilometri al giorno per andare a lavorare in piemonte, tirare cavi elettrici in mezzo alle strade, sotto la neve, l'acqua, il gelo, il ghiaccio, il caldo asfissiante, la polvere il fango. Vorrei solo dire a quelle persone che sono nella mia situazione di non mollare e nesuno come me sa quanto è difficile farlo, togliersi la vita non risolve i guai anzi li complica e lascia nello sconforto  chi rimane. Fate che queste parole non rimangano tali provate a farle arrivare a chi governa il nostro paese e ci rende orgogliosi di essere italiani.
Dalla lettera ai giornali di Michele Pansera, elettricista in cassa integrazione
http://affaritaliani.libero.it/sociale/massimo-operaio-crisi-lettera111012.html

26 09 12 La protesta degli operai dell'Ilva di Taranto

Così ha detto uno degli operai dell'Ilva che protestano a Taranto sull'altoforno. "La nostra è una protesta pacifica, non stiamo arrecando danno a nessuno. Ci auguriamo che si trovi una soluzione, che gli impianti siano resi ecocompatibili, altrimenti siamo pronti a partire per Roma. Siamo disposti a tutto pur di difendere il nostro posto di lavoro, abbiamo figli, abbiamo famiglia, abbiamo mutui. Ci auguriamo che tutto vada a buon fine".
http://bari.repubblica.it/cronaca/2012/09/26/news/ilva_protesta_operai_altoforno-43301105/?ref=HREC1-3



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